Oggi vi racconto una nostra esperienza: la pulizia di un capannone industriale, in particolare una pulizia totale da cima a fondo.
Il capannone in questione era utilizzato per la produzione di componenti di altissima precisione per motori. Quindi venivano effettuati il taglio e la lavorazione di leghe metalliche.
Gli olii e i grassi impiegati per la lavorazione, anche a temperatura elevata, ricoprivano i pavimenti, le vetrate, i muri, le porte, i tubi, le travi, i ventilatori… insomma, ogni cosa!
E’ stato un lavoro impegnativo, lungo e faticoso. Però, possiamo dire che ad intervento ultimato il capannone era tornato quasi nuovo. Missione compiuta!
Mettetevi comodi, vi racconto come abbiamo fatto.
Come ci siamo mossi per la pulizia di questo capannone industriale?
Partiamo dai detergenti: abbiamo utilizzato in larga misura un ultra alcalino a base di idrossido di potassio, utilizzato a concentrazioni piuttosto sostenute.
Sto parlando di IDRO86, un prodotto davvero ottimo per capacità di penetrazione ed emulsione di grassi e olii minerali, vegetali ed animali.
Elementi Sospesi, Pareti, Tubi e Vetrate
Abbiamo cominciato i lavori dall’alto, servendoci di un pantografo preso a noleggio presso l’azienda NOLO-X https://www.nolo-x.it/ (che vi consiglio).
Il pantografo in questione poteva raggiungere i 12 metri di altezza, per cui potevamo arrivare al soffitto in maniera davvero comoda.
Siamo ovviamente formati per i lavori in quota, con relativi attestati. Vi suggerisco SEMPRE di mandare in quota personale formato, tenendo conto che oltre i 2 metri di altezza è obbligatorio il corso per lavori in quota e l’utilizzo di tutti i relativi DPI. In assenza dei requisiti, si rischia davvero grosso… meglio evitare.
Il primo elemento che abbiamo pulito è stata una lamiera di colore blu, che serviva a coprire tutti i cavi elettrici del capannone. La lamiera in questione percorreva l’intero perimetro interno dell’edificio, quindi già solo questo lavoro è stato lungo e impegnativo.
Il grasso presente sulla lamiera era spesso e bene ancorato, davvero resistente. Abbiamo dovuto applicare il detergente puro e lasciarlo lavorare per alcuni minuti, per poi strofinarlo con spugna abrasiva e risciacquare con panno in microfibra e acqua pulita.
Contestualmente alla pulizia della lamiera, si procedeva alla rimozione di polvere e ragnatele da muri e soffitti. Per farlo, abbiamo utilizzato aste telescopiche e bidoni aspirapolvere dotati di accessorio apposito.
Siamo passati alle vetrate interne, sempre lungo il perimetro.
Per poterle lavare abbiamo nebulizzato il prodotto sgrassante in concentrazione 1:3 servendoci di un atomizzatore a spalla. Lasciato agire il prodotto per alcuni minuti, abbiamo risciacquato con idropulitrice (ebbene sì, servivano le maniere forti).
Lo stesso identico procedimento per la parte lavabile dei muri (quella verde). Li abbiamo irrorati con acqua e IDRO86 e risciacquati con l’idropulitrice. Risultato perfetto. Per la parte non lavabile dei muri (quella di colore bianco), ci siamo dovuti limitare ad una aspirazione accurata della polvere.
Siamo passati a delle grandi condotte centrali, ricoperte da paratie in alluminio. La pulizia delle paratie, ricoperte di olio e grasso ancorato, è stata anch’essa impegnativa.
Le abbiamo pulite un pezzo alla volta, spostandoci con il pantografo per tutta la lunghezza delle condotte ed occupandoci, nel frattempo, delle pale di ventilazione e delle lampade al neon.
Il metodo utilizzato è stato sempre quello della nebulizzazione del prodotto e del risciacquo con idropulitrice.
Per le pale di ventilazione e le lampade al neon, abbiamo dovuto utilizzare il prodotto puro e lasciarlo lavorare per parecchio tempo.
Il grasso ancorato misurava circa mezzo centimetro ed era veramente resistente.
Pavimenti
I pavimenti sono stati veramente pesanti da pulire. Il grasso era penetrato molto in profondità, trattandosi di una superficie in cemento porosa e permeabile.
Abbiamo diviso la superficie in “lotti” virtuali, prendendo a riferimento colonne o altri elementi per delimitarne i confini.
Individuato un lotto, lo ricoprivamo di IDRO86 lasciandolo lavorare per almeno quindici minuti.
Procedevamo poi alla lavorazione del prodotto utilizzando monospazzola e disco abrasivo forte. Laddove le incrostazioni resistevano a questo procedimento, facevamo intervenire l’alta pressione dell’idropulitrice con getto a “ventaglio” (per evitare di allargare le crepe del pavimento) e distanza ravvicinata.
Per l’asciugatura dei pavimenti abbiamo optato per la lavasciuga ROLTRON560B, per velocizzare il lavoro che altrimenti sarebbe stato interminabile.
Terminata la sgrassatura a fondo, abbiamo riempito la lavasciuga con acqua e una piccola quantità di acido fosforico tamponato DETERGRES-OK (concentrazione < 1:10). Questo passaggio ha consentito di schiarire leggermente il cemento, ravvivarne il colore e renderlo leggermente più ruvido e aumentarne il grip.
Sperando che questo articolo vi abbia dato qualche buono spunto, vi ricordo che Splendor 1957 si occupa da oltre 60 anni di questo genere di interventi.
Siamo anche rivenditori di detergenti, macchinari ed attrezzature: tutto ciò che potrebbe servirvi, potete trovarlo in vendita presso la nostra sede.
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Ci vediamo al prossimo articolo.
Alessandro Alfonsetti